
Qualche giorno fa, durante una lezione di educazione civica, si parlava di caporalato, del lavoro nei campi e dello sfruttamento illegale dell’immigrazione e, tra i vari discorsi, ad un certo punto un alunno dice <<prof, ma magari conviene anche a “loro” visto che poi non pagano le tasse>>.
Una volta calmato l’istinto omicida che ti sale sempre in queste occasioni (la ricetta: un respiro in più, pensare che il sistema scolastico che li porta a quel punto fa schifo e che è quasi sempre più colpa delle “famiglie” e della società piuttosto che loro), abbiamo ragionato con calma su tutto.
Purtroppo la maggior parte dei cittadini italiani (io parlo per il Paese dentro cui abito) vive per buona parte della loro vita con gli occhi chiusi e non bada a tante cose che gli succedono sotto al naso… e questo vale anche per ciò che porta nel piatto e mangia.
Non ci rendiamo minimamente conto, per esempio, di quanto sacrificio c’è dietro una fragola gustata o dietro ai pomodori sulle bruschette.
So bene di cosa parlo anche perché una delle persone più importanti della mia vita fa parte della catena che permette tutto questo e, come tantissimi altri lavoratori, si spezzano letteralmente la schiena e perdono la salute per permettere a noi altri di gustarci l’anguria d’estate.
Loro vengono sfruttati tramite una serie di meccanismi (“burocratici” e non) e vengono pagati un quarto di quanto meriterebbero, ma sono assolutamente “bianchi italiani”… figuriamoci quindi cosa accade a qualcuno che chiede di poter lavorare per mangiare e lo fa da immigrato, nero, “senza diritti”.
Ci sono tantissime realtà in Italia (a nord e a sud) dentro cui esiste il fenomeno del caporalato. Il caporalato è una forma di schiavitù moderna ed il fatto che sia attuato quasi del tutto alla luce del sole e che sia una situazione notissima allo Stato italiano, è una delle cose che da sempre mi ha più indignato in assoluto.
Ma perché è così difficile estingue il caporalato?
Perché, ripeto, credo possiamo dirci in piena onestà e senza toni paternalistici che noi consumatori tendiamo spesso a dimenticarci il sacrificio che c’è a “monte della filiera” e che ci permette di mantenere un costo della vita che, pur alzandosi progressivamente, rimane comunque molto più basso di quello che sarebbe se non si basasse così tanto su una manovalanza sfruttata, sottopagata e abusata in una violazione di diritti umani talmente evidente e talmente vicino a casa nostra che in qualsiasi altra situazione, anche quelle più assurde (le buste di plastica a 2 cent ricorda qualcosa???), l’indignazione della popolazione sarebbe tale che non parleremo d’altro che di quello.
La cosa è talmente chiara a tutti che escono anche report pubblici e nessuno urla allo scandalo: ho letto qualche dato e ho visto che Cgil pubblica spesso dei rapporti molto dettagliati sul fenomeno e l’ultimo, del 2022, mostra come l’anno prima gli impiegati irregolari nel settore agricolo fossero oltre 250mila persone.
Nel fenomeno di cui sto parlando, nel caso degli immigrati si parla sia di abusi lavorativi sia di abusi fisici, spesso sessuali nel caso delle lavoratrici.
Descrivo giusto un metodo (conosciutissimo), quello meno clamoroso, che certi imprenditori spesso usano sia con gli immigrati che con gli italiani, compreso con persone a me care: si assumono le persone solo per il numero di giorni necessari a maturare il sussidio di disoccupazione, per poi licenziarle ufficialmente mentre continuano a lavorare ufficiosamente e così facendo è l’inps a pagare la maggior parte della paga del lavoratore, che a quel punto diviene meno della metà (e ho fatto un sunto molto veloce) ed il bello è che quando lo Stato decide, ogni tanto, di intervenire (quando proprio c’è qualcosa di super clamoroso), allora ci vanno di mezzo anche i poveri lavoratori con denuncia di truffa a danno dello Stato.
Qui parliamo di aziende che per rimanere competitive, scaricano il problema sui più sfortunati… quegli stessi sfortunati che noi fingiamo che non esistano per poterci permettere lo stile di vita che conduciamo… e non è la prima volta che succede nella storia che le classi più agiate, che non vogliono riconoscere un privilegio, fanno il gioco di quelli che, un tempo, sarebbero stati chiamati i padroni…
Ritornando a parlare solo di immigrazione, è importante che tutti sappiano quanto sia meschino ed ipocrita (e mi fermo qui) il solito discorso di certi politici che fanno finta di lottare contro l’immigrazione “difendendo i confini”, quando poi quella stessa immigrazione serve (e viene spessissimo richiesta) per far andare avanti la macchina dello Stato e di Noi privilegiati.
Invece di gestire, come dico da sempre, nella maniera giusta questa immigrazione, finiamo semplicemente per demonizzarla portandola così sempre più ad uno scontro dovuto al disagio, alla povertà e alla mancanza di integrazione, con la conseguenza che poi “questi” si sfruttano anche per dare loro la colpa su altri fatti come la violenza sulle donne (vero, ministro Valditara???).
Il fatto, e chiudo, è che è difficile per molti riconoscere come l’economia italiana “da primo mondo” si basi su persone che sono spesso considerate meno importanti delle altre, senza le quali però non si potrebbe far nulla… e sapete questo cosa mi ricorda??? Mi ricorda tantissimo il trattamento riservato in passato (ma in certe forme anche oggi) ai meridionali, sulla cui emarginazione e sul cui lavoro fu costruita la famosa seconda economia manifatturiera d’Europa.
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