Difesa dei confini

Chiedo scusa in anticipo se in questo scritto saranno presenti tantissime virgolette ““inutili””.
Dunque, coloro che ci governano attualmente tengono molto alla “difesa dei confini” e spesso pronunciano questa frase, Salvini in primis. Ieri l’ho risentita pronunciare da “il” (cit.) presidente del consiglio Giorgia Meloni.
Allora mi è appena venuto in mente di celebrare l’ardore e la determinazione dei ministri Meloni e Salvini che, con la loro strategia tenace e lungimirante, sono riusciti nel miracolo di difendere per l’ennesima volta i confini italiani da un attacco a sorpresa del nemico, impedendo ad un gruppo di disgraziati, mal nutriti, disarmati e stanchi da un viaggio della speranza su una bagnarola, di occupare la Sicilia con l’ennesima “operazione militare speciale”. Senza il loro sacrificio sarebbe collassato il fronte italiano a sud, permettendo al nemico di fare breccia nel “ventre molle d’Europa”. Lo stesso Generale Badoglio ha espresso il suo apprezzamento per l’eroismo dei nostri ministri e dei suoi uomini. E anche oggi, l’impero italico è salvo.
(Tutto da leggere con la voce del narratore dell’Istituto Luce).
Se tutti quelli che credono ad ogni parola che esce dalla bocca di Salvini e Meloni si fermassero ad approfondire già solo qualche punto nei loro discorsi facilmente confutabile, sarebbe molto più facile far emergere la disinformazione che poi risulta vincente nel portare acqua al loro mulino: nel nominare questa fantomatica “difesa dei confini” alcune volte si nomina anche l’art. 52 della Costituzione, che dice appunto “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”… MA, il dovere di difendere la patria, di cui all’art. 52, non ha assolutamente niente a che fare con il non accogliere migranti in quanto quell’articolo parla delle condizioni per il servizio militare che rende chiaro il fatto che difesa della patria è riferita all’eventualità di uno “stato di guerra” dove sono coinvolti i militari. Se un Paese ci invade, noi abbiamo il dovere di difendere lo Stato, di resistere, di combattere.
Ma, prendendo ad esempio il processo che vede imputato Salvini per la sua difesa dei confini più famosa, i 147 poverelli che bisognava trarre in salvo su un barcone, non stavano mettendo in atto un’invasione militare.
Se Salvini pensasse molto più al suo lavoro attuale, “conficcare meglio chiodi lì dove devono essere conficcati”, i treni non arriverebbero in ritardo e così eviterebbe di far rigirare nella tomba il suo amico che tempo fa teneva tanto a far arrivare i treni sempre in orario.
Per arrivare invece alla foto del post, ieri, appunto, Giorgia Meloni ha nominato nuovamente la “difesa dei confini” e l’occasione speciale di esprimere per l’ennesima volta questo concetto è saltata fuori in quanto è stato portato a termine il primo viaggio di DEPORTAZIONE di esseri umani in Albania, dopo l’accordo preso con il loro governo (per una spesa alla fine complessiva di quasi 1 miliardo di euro di soldi pubblici).
Cosa prevede l’accordo?
Il protocollo prevede che vengano portate a Lampedusa e inserite nel circuito di accoglienza italiano soprattutto donne e bambini e persone con evidenti fragilità. Dovranno invece essere ““portati”” in Albania i migranti uomini che siano adulti, ritenuti non vulnerabili, e provenienti da ““““paesi sicuri””””, paesi cioè in cui secondo il governo italiano vengono rispettati l’ordinamento democratico e i diritti delle persone. Ma è quantomeno una classificazione ““““““controversa””””””, dato che diversi Paesi che l’Italia considera sicuri non hanno ordinamenti democratici né rispettano nella pratica i diritti umani.
Tale protocollo è stato anche recentemente messo in discussione da una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea e quindi probabilmente tutta questa ASSURDITA’ sarà fatta fallire per l’evidente superamento dei più elementari diritti dell’essere umano (alla luce del sole) e quindi si certificherà anche lo spreco, già avvenuto, di milioni e milioni di soldi pubblici.
Soldi che potevano essere investiti (ma questa è una critica da fare a tutti i governi che si sono succeduti negli anni) finalmente per fare un progetto SERIO e ben STRUTTURATO di accoglienza ed inclusione che permetta davvero l’INTEGRAZIONE, ma quella vera.
Nessuna utopia né buonismo. Andiamo sul pratico, anzi, quasi sul cinico.
Continuare a fare proclami sconclusionati a favore dei respingimenti non porta e non porterà a mai nulla di concreto. Ormai è da tempo che siamo di fronte a qualcosa di ineluttabile. C’è già una certezza statistica: a partire dal 2054, a parte qualche minima percentuale in alcuni Paesi del mondo, solo l’Africa sarà in forte crescita demografica rispetto all’Italia e al resto del globo terrestre (per esempio, l’Italia entro fine secolo passerà dai 58 milioni ai 36 milioni di abitanti).
Cambiare il paradigma che c’è dietro la logica del “non li vogliamo”, porterebbe tantissimi benefici per lo stesso Stato italiano (e non solo): a parte tantissime altre cose positive (come il contributo al pagamento delle tasse per i servizi di tutti), si arriverebbe ad una delle poche soluzioni rimaste per cambiare rotta e non andare completamente a sbattere a causa della crisi demografica che porterebbe ad una crisi economica (e quindi anche sociale) catastrofica.
Come non mai ci sarebbe bisogno di un compromesso fra entrambe le “fazioni” politiche per riuscirci e se una delle due sta continuamente a fare campagna elettorale alla pancia dei cittadini sul tema dell’immigrazione come cancro, l’altra parte politica neanche potrà mai fare le cose in maniera veramente concreta.
Non basterà promettere mille euro per figlio per invertire la rotta…
Come sempre nella politica italiana: LUNGIMIRANZA, questa sconosciuta!


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